Ho sempre amato Mina. Me l’ha fatta amare mia madre quasi trent’anni fa. Ricordo ancora che d’estate mi metteva il giradischi, tirava fuori la sua collezione di 45 giri, premeva play ed iniziava a cantare ed io, piccola, incantata sentivo la sua voce ed ero felice. Devo tanto a mia madre. Le devo, al di là del carattere, l’amore per la musica. Ragion per cui scrivere oggi di Mina, del libro scritto da Roberta Maresci (edito da Gremese in collaborazione con Diva Universal) è d’obbligo. Mina è rimasta una protagonista assoluta della ribalta musicale anche da quando, nel 1978, ha scelto di auto esiliarsi dalle apparizioni pubbliche per vivere una vita più tranquilla. Ne aveva davvero bisogno, dopo un ventennio passato sotto i riflettori: amata, seguita, idolatrata, ma anche spiata e giudicata dall’Italietta benpensante degli anni Sessanta. Le vicissitudini della sua tormentata vita privata – due figli da due uomini diversi, i gravi lutti di un fratello e di un ex marito entrambi morti sulla strada – hanno a lungo alimentato le chiacchiere di tutto un paese, affiancando i clamorosi successi artistici che la Tigre di Cremona intanto collezionava uno dopo l’altro: non solo su vinile, ma anche in indimenticabili stagioni televisive (impossibile dimenticare, per esempio, la storica esibizione live con Lucio Battisti a “Teatro 10”, nel 1972). Poi, con la sparizione dalle scene, il Mito si è ridotto all’essenziale: un volto trasfigurato sulla copertina dell’ultimo album e una voce miracolosamente intatta nel tempo, elargita al pubblico con la cadenza regolare di una produzione musicale ampia e versatile. Il libro, che sarà presentato, a Roma, mercoledì presso la libreria Gremese in Via Belsiana 22 dalle 18.30, ci racconta la vita e la carriera della nostra più amata artista. L’unica che è diventata una star… per poi cercare di farlo dimenticare a tutti.
Io ci sarò. Voi?