OBIC, progetto editoriale di Anna Paola lo Presti (Architetto – Foodmaker ideatrice del brand Angelina) e Gianluca Marziani, offre uno spunto per un nuovo ritrovarsi, per sviluppare una massima comunicazione estetica ed etica trovando come sfondo la cucina, l’anima e il lavoro dell’artista contemporaneo. E’ un invito particolare quello che fa Anna Lo Presti attraverso le pagine di un libro da leggere e conservare gelosamente: “Dopo anni di pensiero sul cibo ho immaginato di parlare di cibo e poterlo rendere Opera. Sedetevi alla mia tavola e lasciatevi ispirare dallo stile dell’arte del nostro secolo”.
Più di due anni e mezzo di lavoro per dare vita ad OBIC che “nasce dalla ricerca di dare una forma concreta al mio lavoro che da molti anni è il CIBO. Ho sempre utilizzato il cibo come momento di creazione di accoglienza; non cercavo ricette da chef stellato da proporre ai miei ospiti e non potevo accogliere l’Ospite in un luogo che non fosse vero e non raccontasse una possibile verità: la verità del luogo stesso, affinché si possa avere una dimensione di anche certezza dove vivere una sensazione, questa proporzionale a quanto si propone ed offre; la verità, del luogo dell’ospitalità del cibo. Allora il tempo del cibo spettacolo, il tempo del cibo televisivo il tempo del cibo della gara, mi vedeva sempre più in disparte e sicuramente i miei studi artistici, dove tutto diventa creazione e ricerca, cercavano un cibo che non dovesse essere spettacolarizzato. Avevo necessità di condividere un’arte lontana dal clamore, un’arte appunto. Il cibo può esserlo, può dare vita a luoghi. Il mio lavorare nel cibo non poteva essere non legato alla forma, nella ricerca dei contenitori, il luogo dove ospitarlo in quella ricerca della ricetta dove il cibo che immagino e servo alle mie tavole nasce dal contenitore e non viceversa, la ricerca del luogo sta anche in un piatto, l’essere cresciuta nell’arte mi avvicina alla sensazione di vivere nell’Arte di trasformare, di quella capacità che ha l’Arte di regalarti una dimensione dove pensare, il mio progetto e pensiero per il cibo è rivolto alla comunicazione attraverso cultura immagine cibo e lifestyle. Fondere un pensiero nel quale vivere come un abito su misura o un’opera d’arte, con la quale vivere vicino. Così dopo aver ricercato e immaginato un luogo sotto il nome di Angelina che rendesse fisico la mia idea di cibo, renderlo fisico cercando uno spazio dove poter vivere il cibo a modo mio, un cibo che racconta, dopo anni di pensiero sul cibo ho immaginato di parlare di cibo e poterlo rendere Opera, poterlo riportare alla sua funzione di nutrizione e poterlo proporre immaginando di trasformare il pensiero degli artisti, in ricetta che possa nutrire corpo e anima. Spesso si cucinano ricette di altri, si cucinano ricette che servono per vincere, si cucina per mangiare veloce, il cibo si usa e qui volevo che il mio cibo tornasse ad un momento di origine, di nuova partenza: avevo bisogno di Arte, di allontanarlo dal nulla di dire che si può vivere nell’arte sempre. Ho seguito il pensiero di OBIC dove tento un coinvolgimento totale del lettore, dove poter vivere la mia sensazione di vivere nel cibo dove le motivazioni tecniche si fondono con il pensiero delle arti visive”. L’obiettivo di OBIC è comunicare l’eccellenza italiana TUTTA da nuovo punto di vista, un nuovo linguaggio. 50 artisti sono raccontati per la prima volta in un libro nel loro PENSIERO, nella loro ANIMA che si trasforma in ricetta. La loro ARTE passa con OBIC, attraverso il loro sentire, la loro ARTE. In Obic ai 50 opere d’arte corrispondono 50 foto dedicate alle ricette di cucina, non presentate come un piatto da mangiare o come un piatto da guardare quando si sfogliano libri di cucina. Il cibo è con OBIC è presentato come opera d’arte. OBIC non è come libro di cucina, ma un volume dell’Anima. Una relazione ispirata ma non didascalica. “La mia sfida è andare oltre, spingere i limiti del cibo Materia preziosa più in là. La ricetta come opera visiva esprime nuovi pensieri per la ricerca artistica che sensibilizza attraverso la contaminazione dell’arte”.