Cara Vita, quanto sei complicata a volte. Che stronza sei! Giochi con le persone e le loro emozioni incurante di tutte le conseguenze: “Perché è così che ti frega, la vita. Ti piglia quando hai ancora l’anima addormentata e ti semina dentro un’immagine, o un odore, o un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi. E già sei, per sempre, un esule: a migliaia di chilometri da quell’immagine, da quel suono, da quell’odore. Alla deriva.” Alessandro Baricco.
E così, di punto in bianco, sentendo piangere al telefono uno dei miei migliori amici, mi accorgo, anzi no, mi ricordo che la vita è un attimo. Scontata, banale frase questa. Vero. Ma è di questa frase che ho bisogno oggi. Quante cose riusciremmo ad assaporare, a gustare meglio se fossimo tutti un po’ più leggeri. Non sapevo chi fosse Aldous Huxley fino ad una settimana fa, quando mi sono apparse, sul profilo Instagram di non so chi, delle parole che leggo e rileggo continuamente questi giorni: “È buio perché ti stai sforzando troppo. […] Con leggerezza, bimba, con leggerezza. Impara a fare ogni cosa con leggerezza. […] Sì, usa la leggerezza nel sentire, anche quando il sentire è profondo. Con leggerezza lascia che le cose accadano, e con leggerezza affrontale. […] Dunque getta via il tuo bagaglio e procedi. Sei circondata ovunque da sabbie mobili, che ti risucchiano i piedi, che cercano di risucchiarti nella paura, nell’autocommiserazione e nella disperazione. Ecco perché devi camminare con tale leggerezza. Con leggerezza, tesoro mio.”
Aldous grazie. Perché ogni tanto mi dimentico di essere leggera perché affaticata da parole vuote, da persone complesse, da amori ed infatuazioni passeggere, da malinconie e paranoie immotivate.