Vittorio Camaiani e Marina Ripa di Meana, lo stilista e la marchesa, hanno riunito per una sera un parterre di amici, giornalisti ed ospiti selezionati per presentare proprio nella villa della nobildonna romana la capsule collection del talentuoso designer marchigiano. E dopo l’Egitto e la Scozia, che erano stati le fonti d’ispirazioni delle ultime collezioni dello stilista, è la volta del Marocco e precisamente l’affascinante Maghreb, il “luogo del tramonto”, ed i giardini Majorelle di Marrakech, che prendono il nome dall’omonimo artista francese che li progettò nel 1931 durante il periodo coloniale. Vittorio Camaiani, nei suoi defilè, propone al pubblico sempre delle sottili citazioni e questa volta la narrazione stilistica che ci mostra avrebbe certamente affascinato anche Talitha Getty, splendida modella olandese e fashion icon degli anni Sessanta, che importò per prima l’estetica etno-chic dal Marocco a Roma. Proprio lei divenne la musa ispiratrice di Yves Saint Laurent, lo spirito che incarnava tutte le sue collezioni, l’idea e il fulcro di quelle linee dal sapore orientale disegnate durante il soggiorno dello stilista francese proprio nella sua villa a Marrakech, dove nuove ispirazioni e calde serate all’insegna del divertimento e della trasgressione si univano sotto il cielo stellato del Marocco. Il giardino della villa di Marina Ripa di Meana diviene per una sera il palcoscenico naturale dove sfilano le creazioni di Camaiani: abiti da giorno gialli, rossi ed ocra che si trasformano in eleganti bluse di cachemire color carta da zucchero e viola. Il blu indaco dei mosaici della Madrasa Ben Youssef, la scuola coranica d’architettura arabo-andalusa intitolata all’emiro almoravide Ali ibn Yusuf, compare nelle tessere di lana bouclè appoggiate alla silhouette dei pantaloni o nelle tasche delle raffinate gonne in flanella grigia, in un gioco suggestivo che compone i disegni tipici dell’arte del Marocco. Per gli abiti da sera troviamo le bluse di organza di seta che si colorano delle maxi tessere spruzzate di cristalli di un mosaico scomposto, e sono abbinate a pantaloni neri decorati con tessere multicolore. Le tute caftano e gli abiti eleganti alternano sapientemente i batik dipinti a mano su disegno dello stilista alle lane ricamate. Il metallo lavorato a mano di placche decorative che provengono dal souk di Marrakech si appoggia sulle spalle di giacche in flanella grigia e chiffon. Le scarpe dell’azienda marchigiana Lella Baldi completano il raffinato look e sono quasi sempre basse, stringate e colorate e danno brio a tutti gli outfits proposti. Per completare il tutto ci sono i cappelli la cui forma è ripresa dal fez marocchino, il tipico copricapo maschile di lana, che Camaiani propone grigio anziché rosso come da tradizione, e che prende il nome proprio dalla città da cui sembra sia originario, anche se la sua maggiore diffusione è stata in Oriente, in particolar modo nella Turchia degli Ottomani. Tra i tanti volti noti che hanno partecipato all’evento si distinguevano: la principessa Ines Thedoli Torlonia, la contessa Antonella Martini Vitetti con suo marito Tino, l’attrice Lucrezia Lante della Rovere, gli attori Rodolfo Corsato e Graziano Scarabicchi e la fotografa Tiziana Luxardo.