Alafair Burke è un avvocato penalista, con una grande esperienza di processi. I suoi romanzi, sia crime che thriller psicologici, sono bestseller del New York Times, elogiati da autori come Michael Connelly e Dennis Lehane. Dopo il successo de “La ragazza nel parco” l’autrice torna in libreria per Piemme con “Una Perfetta Sconosciuta”. Suspence e colpi di scena tengono sul fiato il lettore che rimane affascinato, fin dalla prima riga, in questa avvincente e complessa storia costruita su silenzi, luci ed ombre. Il romanzo racchiude in sé tutti gli elementi che ogni thriller richiede ma si legge scorrevolmente fin dalle prime righe. Avere la sensazione che la propria vita stia per cambiare da un momento all’altro, sperare che le cose belle possano succedere all’improvviso. Immaginare che non sia poi così strano che uno sconosciuto ci offra, da un momento all’altro, il lavoro che sognavamo. Alice Humphrey, la protagonista della storia, continua ad avere qualche perplessità ma alla fine si arrende alla realtà, convincendosi di come, per una volta, la fortuna abbia deciso di bussare alla sua porta. Ma all’improvviso la polizia arriva a casa sua e le mostra una foto in cui lei ,con i capelli di quel rosso inconfondibile, sta baciando un uomo. Peccato che quell’uomo sia stato trovato morto trentuno ore prima, ed Alice non ricordi di averlo mai baciato. Anzi, lo conosceva appena. Era il suo nuovo capo, l’uomo che le aveva dato in gestione la galleria per conto di un misterioso proprietario, il lavoro dei suoi sogni. Ad Alice era sembrato troppo facile, troppo bello per essere vero. Eppure tutto era andato liscio, la galleria esisteva davvero, Alice aveva firmato un contratto regolare. Adesso, però, guardando quella foto, capisce che non c’era niente di regolare. Niente di facile. Perché là fuori qualcuno sta cercando di incastrarla, anche se non riesce ad immaginarne il motivo. Qualcuno che sa molte cose di lei. E che forse le è molto vicino. In questo thriller in cui nulla è come sembra, Alice Humphrey vede crollare intorno a sé, come un castello di carte, ogni certezza. Compresa quella più importante: la sua stessa innocenza. Alaifair Burke continua a confermarsi un’autrice capace di creare trame fitte di nodi da sciogliere, la cui risoluzione fa emergere risvolti psicologici inattesi e situazioni familiari intricate,tocca argomenti difficili: violenza fisica e psicologica capaci di distruggere l’anima delle persone che vengono coinvolte e provocare reazioni impensabili e spesso con conseguenze tragiche. Lo stile narrativo in terza persona dona al lettore la sensazione di essere uno spettatore esterno e allo stesso tempo coinvolto nella risoluzione del mistero.Leggere questo romanzo significa camminare su due fili paralleli che sembrano destinati a diventare uno solo, per poi incrociarsi e tornare a dividersi, lasciando turbati per l’oscillazione ma soddisfatti di essere rimasti in equilibrio.