Lìzori è il toponimo di fantasia con il quale, da quarant’anni, è conosciuto in Italia e all’estero Borgo S. Benedetto (frazione del Comune di Campello sul Clitunno), insediamento medievale che vede la sua rinascita dalla fine degli anni settanta, periodo in cui è stato intrapreso e portato a termine con successo l’intero recupero del borgo, allora in stato di abbandono e che ha restituito alla fruizione collettiva un luogo meraviglioso che sin da subito si è fatto laboratorio internazionale di arte, cultura e formazione. In questo luogo, nel cuore dell’Umbria, sabato 9 giugno verranno decretati i quattro vincitori della prima edizione del Meneghetti International Art Prize (Miap). Lìzori è un nome dolce e musicale, coniato per gioco da Antonio Meneghetti, che contiene tre parole in una: “Lì”, avverbio di luogo, nella nostra lingua, dove; “Zo”, etimo del verbo greco vivere; “Ri”, sempre dal greco antico, orao (ὁράω), ossia vedere. “Lì dove – la vita – vede”, “lì dove – la vita – si contempla”.
Arrivano da 14 Paesi di tutto il mondo per celebrare il connubio tra bellezza e creatività. Sono i 37 finalisti della prima edizione del Meneghetti International Art Prize (Miap); quattro di essi si aggiudicheranno la somma di 5.000 euro, uno per ciascuna delle 4 sezioni – pittura, scultura, moda e design, la pubblicazione di un catalogo, una mostra dedicata e un periodo di soggiorno a Lìzori, suggestivo borgo umbro fra Assisi e Spoleto.
Il Premio, che rientra nel programma dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale per la valorizzazione della cultura umanistica, è stato istituito dalla Fondazione di ricerca Scientifica ed Umanistica Antonio Meneghetti, con l’obiettivo di promuovere l’espressione creativa come aspirazione al bello. Era questa la filosofia del professor Antonio Meneghetti che aveva creato la Fondazione nel 2007. Il Miap è dedicato al professor Antonio Meneghetti, scomparso nel 2013, che, aveva declinato in diversi ambiti della cultura e della scienza i principi dell’ontopsicologia, definibili come l’aspirazione a rifarsi ai modelli di armonia e di equilibrio dell’Umanesimo. Il luogo di premiazione del Meneghetti International Art Prize non poteva che essere dunque un luogo incantevole, un locus amoenus, dove la bellezza e l’arte sono di casa.
I vincitori saranno decretati da una giuria prestigiosa, presieduta da Pamela Bernabei, Presidente della Fondazione di Ricerca Scientifica ed Umanistica Antonio Meneghetti, con la direzione artistica di Ermanno Tedeschi, curatore e critico d’arte, e composta da Franco Marrocco, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera; Masayuki Koorida, Direttore dello Shanghai Sculpture Center; Werner Meyer, Direttore del Museo Kunsthalle Göppingen; Tom Moran, capo Curatore Grounds for Sculpture di Hamilton, New Jersey; Riccardo Cordero, Scultore, artista, già docente presso Accademia delle Belle Arti di Torino; Licia Mattioli, Vice Presidente per l’Internazionalizzazione – Confindustria e A.D. Mattioli SpA; Bruna Biamino, coordinatore del Dipartimento di Fotografia dello IED di Torino.
Gli artisti partecipanti sono stati chiamati a interpretare uno dei temi cari a Meneghetti: “La funzione del bello nell’arte come elemento essenziale nella vita dell’uomo”. Valente artista e designer, Meneghetti, coerentemente con i principi dell’ontopsicologia, ha sempre perseguito nelle sue opere la bellezza, rifiutando la deriva dell’arte concettuale verso il brutto, il mostruoso, che definiva “arte patologica, figlia delle tragedie del secolo breve”. Le opere saranno in mostra presso lo Spazio espositivo del Palazzo Ducale di Lizori (Castello di Pissignano) fino al 15 luglio 2018.