Fino al 7 luglio, presso il Macro Asilo in via Nizza, a Roma, prenderà vita il progetto artistico ideato da Giancarlo Carpi diviso in tre fasi, distinte ma collegate. Protagonisti di Neocute non saranno solo gli artisti, ma le loro rispettive “creature”: Spunky, FetUp, omino, Gogolì, Mademoiselle Good Heaven e Tuty. Questi si evolveranno/involveranno, snaturandosi e commercializzandosi, e creeranno nuove e inedite storie, personali e crossmediali .“Quando un personaggio è nato, acquista subito una tale indipendenza anche dal suo stesso autore, che può esser da tutti immaginato in tant’altre situazioni in cui l’autore non pensò di metterlo, e acquistare anche, a volte, un significato che l’autore non si sognò mai di dargli!” Lo scriveva Luigi Pirandello nel suo celebre dramma “Sei personaggi in cerca d’autore”. Lo scrittore riassume perfettamente il concetto di “Neo Cute”, che si svolgerà da domani, martedì 2 a domenica 7 luglio, presso il Macro Asilo di via Nizza, a Roma, all’interno dell’Ambiente Uno. Protagonisti di questo progetto artistico, ideato da Giancarlo Carpi, saranno sei artisti: Lucio Fabale, Gabriels, omino71, Natascia Raffio, Katja Tukiainen, Elio Varuna. E, soprattutto, le loro rispettive creature: Spunky, FetUp, omino, Gogolì, Mademoiselle Good Heaven e Tuty. Queste, che hanno affollato per oltre 10/15 anni le opere dei loro genitori, diventano personaggi, sotto forma di mini sculture, in cerca di nuovi autori, nuove idee e inedite ambientazioni. “Neo cute” è un dispositivo artistico in forma di narrazione nelle categorie del Neo-pop, che rimanda alla produzione otaku amatoriale giapponese e ai prodotti derivati. Come in una narrazione oltre la quarta parete i 6 personaggi, da Spunky a Tuty, sono sollecitati nelle loro intrinseche qualità commerciali: lo schema morfologico di base derivato dall’industria, l’equilibrio tra aspetti narrativi e visuali. Qualità rispetto alle quali attuano un doppio movimento di corrispondenza e di emancipazione che fa leva concettualmente sul loro essere nati al di fuori della narrazione, nel mondo visuale dell’arte. Nella prima fase del progetto si incastreranno tra di loro, creando inedite versioni di sé, frutti della decomposizione e della ricomposizione degli stessi. La compatibilità industriale che l’arte ha fatto propria può capovolgersi in senso di affinità spirituale, tra gli artisti attraverso i personaggi, per la scelta di rendere la propria opera compatibile con quella di altri – in ciò ricalcando, anche, un’azione di gruppo svoltasi attraverso numerose mostre dal 2013. Vi si realizza, allo stesso tempo l’insensato accumularsi di possibilità tecniche e combinatorie del mondo delle passioni Otaku, dei toys, delle customizzazioni. Poi, durante la seconda fase, incontreranno nuovi mondi, quelli del grande fantasy mondiale, all’insegna del cobranding e della crossmedialità, fungendo da fattori de-territorializzanti rispetto alle narrazioni di massa, ma presupponendo un modello industriale di base, neutro, privo di identità, che necessita di ricevere una storia. Infine, durante la terza fase, si ritrovano immersi in un diorama, un nuovo setting commerciale e industriale, pronti per una narrazione autonoma. Svolgendola nella forma di un prodotto derivato, ma essendo originati in un mondo visuale anziché narrativo, negheranno dialetticamente l’estrapolazione del singolo personaggio o della singola scena dalla narrazione che caratterizza questi prodotti, piccola parte di una grande varietà merceologica. I