Con una grande mostra al Complesso del Vittoriano, Roma celebra il centenario della nascita di Renato Guttuso. Attraverso cento dipinti in esposizione fino al 10 febbraio 2013, la capitale dedica all’artista siciliano un’antologica che ne raccoglie più di cinquant’anni di lavoro. Dal Guttuso poco più che adolescente a quello che abbozza il ritratto della sua amante, nuda su un letto disfatto, a quello che guarda alla società e alla politica con occhio sempre polemico, fino quello intimo, che si lascia sorprendere dal ricordo dell’adorata Sicilia, di cui dipinge “a memoria” il mercato storico della Vucciria di Palermo. I curatori, Fabio Carapezza Guttuso e Enrico Crispolti, diretti e coordinati da Alessandro Nicosia, hanno tracciato un percorso che permette più livelli di lettura. Dallo stupore per la vastità e diversità di un così ricco lavoro, al lato privato – le illustrazioni raccontano dei suoi amori e delle sue preoccupazioni civili e i bozzetti per il teatro parlano delle sue amicizie romane –, al suo legame con la politica, che raggiunge vette di surreale parossismo ne I funerali di Togliatti. Un Guttuso per pochi, perché impossibile da vedere al di fuori di questa esposizione, è quello delle opere provenienti da collezioni private, che qui sono moltissime. Opera emblematica del suo confronto con gli stili del Novecento, delle sperimentazioni e della commistione di tecniche e materiali è forse Caffè Greco.” Un giorno ero seduto al Caffè Greco, proprio nella sala che ho dipinto – disse l’artista a proposito – e ho cominciato a pensare che era un tema che mi si addiceva. C’era de Chirico da un lato, seduto. Ho continuato a pensare al progetto e quando si è un po’ maturato ho cominciato a fare qualche disegno […]In questo quadro c’è un elemento catalizzatore, Giorgio de Chirico, anche se il fascino del luogo nasce anche dalla gente che ci è passata, da Buffalo Bill a Gabriele D’Annunzio. […] Volevo però dare, sia pure con un solo segno, il senso della storia che è passata”. Questo l’elemento che non può sfuggire, e non sfugge, nell’opera di Guttuso: la ricerca del senso.