“Questa raccolta fotografica nasce dall’esigenza di uscire da una certa assuefazione che abbiamo di Roma. Vuole essere un’autocritica sulla nostra città così com’è vissuta giorno per giorno e mettere in evidenza la sua incapacità di crescere, di prendersi cura dei suoi abitanti e dei suoi visitatori, un luogo che vive della sua grandezza non per nostro merito ma per un’eredità ricevuta che non siamo in grado di gestire e valorizzare.”
Giacomo Nicita
Apri gli occhi. Questa frase mi ripeteva sempre mio padre. Sonia, apri gli occhi. Mi torna in mente mentre gli occhi, questa volta, li spalanco:
Tre anni di ricerca in ogni zona della città di Roma, oltre 6.000 fotografie per giungere ad un’accurata selezione che è divenuta un libro di foto presentato qualche giorno fa, in anteprima, presso la galleria Howtan Space che ha curato anche, insieme a Ad’Art, l’organizzazione della mostra. Tra ritratti e paesaggi sconcertanti, Giacomo Nicita, svela l’essenza stessa di Roma e non solo il suo degrado. Negli scatti di Nicita c’è un reportage che non è una storia di anni d’incuria, ma è la storia stessa di Roma e dell’umanità di cui è fatta, la sua architettura con il sovrapporsi di stili, strutture fatiscenti e vecchi obbrobri su antiche bellezze e viceversa. Giacomo Nicita con le sue splendide foto ha voluto, in qualche modo, tradirla da innamorato.-scrive Tonino Zangardi nell’introduzione al libro di Nicita- Armato della sua macchina fotografica, ha deciso di raccontarla per svelare il suo bluff. Ha fatto, secondo me, un gesto d’amore verso la sua città per invitarci ciascuno a salvarla, cambiarla, e a viverla con impegno più civile. Si è soffermato sulla sua crescita “fuori dal cuore“. Un libro coraggioso che vi spinge ad aprire gli occhi anche se Non tutti coloro che vedono hanno aperto gli occhi, e non tutti coloro che guardano, vedono. (Baltasar Gracián y Morales)