A dieci anni di distanza torna a Roma una mostra dedicata a Escher. Chi era costui? Se quello che trovare su Wikipedia non vi basta e volete approfondire la vostra conoscenza sulle prospettive, le realtà scomposte, gli incastri più arditi di quelli inventati dalla Lego che quest’uomo ha saputo rappresentare, non perdetevi la retrospettiva che dal 20 settembre 2014 al 22 febbraio 2015 è al Chiostro del Bramante di Roma.
Incisore e grafico olandese, ha vissuto il XX secolo come un moderno Ulisse, viaggiando e trattenendosi in diverse città d’Europa. Fosse per curiosità, per desiderio di conoscenza, per amore dell’arte o per gravi motivi politici (gli anni di residenza in Italia durante il fascismo sono stati nonostante tutto, lo ha dichiarato lui stesso, il periodo più bello della sua vita), Maurits Cornelis, questo il suo nome, si è rivelato un acuto osservatore di quegli aspetti del mondo che l’uomo tende a ignorare.
La mostra al Chiostro pone l’accento su Escher intellettuale, sulla sua capacità di cogliere le geometrie, le composizioni e le scomposizioni del reale e di saperle filtrare in opere che potrebbero tranquillamente essere studiate come formule matematiche. Da qui prosegue sull’approccio scientifico, quasi positivista, con cui la natura è riprodotta e, senza che quasi lo spettatore se ne accorga, trasmutata in qualcosa di magico. Non vi basta? Nel percorso sono inserite opere comparative di Marcel Duchamp, Giorgio de Chirico, Giacomo Balla e Luca Maria Patella.
“Proviamo, allora, a scalare la montagna, non facendo un passo su ciò che è sotto di noi ma elevandoci verso ciò che sta sopra. Da me fino alle stelle; amen” M.C. Escher.