Questa mi mancava. Una mostra dedicata a Javier Zanetti. L’intento? Celebrare uno dei pochi campioni dello sport capaci di riscuotere stima e ammirazione al di là dell’appartenenza ai colori di una specifica squadra. Javier Zanetti è una bandiera dell’Inter e dell’Argentina ma, soprattutto, è una bandiera dello sport. È il volto pulito, etico e serio dello sport che s’impegna come esempio positivo anche nella vita civile, attraverso la Fondazione P.U.P.I. da lui creata. Racconta Javier Zanetti: ”Abbiamo iniziato con questo progetto nel 2001, un anno molto difficile per l’Argentina. Mi ricordo che allora ci occupavamo di 39 bambini e adesso nel 2014 stiamo gestendo e aiutando più di 1000 persone tra bambini e famiglie. Quando torno nel mio paese vedo che la Fondazione lavora bene, che i bambini sono felici, che hanno un’alternativa valida per lottare”.
La mostra, ad ingresso gratuito, si colloca all’ingresso della Triennale, nell’atrio, e si sviluppa in senso longitudinale, secondo l’asse d’ingresso. Lungo una galleria dalle pareti vetrate si trovano gigantografie di Zanetti in scala naturale che accompagnano il visitatore, oltre ad alcuni dei suoi principali cimeli sportivi. Il pavimento in erba sintetica della galleria allude a una sorta di passerella sul campo di calcio. In particolare tra gli oggetti in mostra si trova la coppa del Mondiale per club, la maglia della vittoria nella finale di Champions League e delle 700 partite con l’Inter, che ricorda “una notte indimenticabile”, come racconta il giocatore, che aggiunge “io dentro di me sapevo che quella era forse l’ultima opportunità per me di portare a Milano questa coppa prestigiosa. La città ha condiviso con me questo momento”; la maglia dell’ultima partita con l’Inter che rappresenta “una grandissima emozione, l’emozione di aver contribuito a costruire pagine importanti nella storia dell’Inter e del calcio di questa città e paese”; la maglia dell’esordio con l’Inter che riporta Zanetti ai suoi pensieri di allora “mai avrei immaginato un’opportunità del genere, di giocare nel campionato italiano così giovane. Io allora vedevo il calcio italiano lontanissimo. Mi è arrivata questa opportunità e sinceramente solo arrivando a Milano ho capito l’importanza del calcio italiano e le pressioni che c’erano. Sono uno che accetta le sfide, credo tantissimo nel lavoro e che il lavoro con il tempo paga sempre e che il fatto di essere così rispettoso della mia professione mi ha fatto fare una carriera così lunga”; la fascia indossata per festeggiare le 1000 presenze all’Inter (sono 1185 in totale le partite disputate con la maglia dell’Inter) e quelle delle sue ultime partite con l’Argentina “rappresentano il mio legame con la nazionale. Per 17 anni mi ha dato la possibilità di difendere i colori del mio paese in qualsiasi parte del mondo. Per un giocatore e uno sportivo rappresenta un sogno”. La totale trasparenza dell’allestimento consente una visione completa e costante di ogni parte dell’atrio d’ingresso e dell’interno dell’allestimento stesso. Completa la mostra la proiezione continua di un filmato sulla vita del giocatore. Da vedere. Fino al 23 Novembre.