Una pittura trasversale, che percorre il tempo nelle sue declinazioni di “è stato” ,“è”, “potrà essere”, quella di Alessandra Lanese, protagonista della mostra, che potrete ammirare a Milano dall’11 aprile al 21 maggio (dall’11 al 30 aprile presso il Mondadori Megastore Piazza Duomo e dal 2 al 21 maggio presso il Megastore di Via Marghera), del ciclo St-Art. L’artista del mese, progetto culturale ideato e promosso da Mondadori Store, in collaborazione con Art Relation di Milo Goj.
Per ciascun ambito l’artista è stata capace di ipotizzare una grammatica dell’emozione apparentemente diversa, a volte “superficialmente” incongrua, ma in una lettura globale mentalmente ed emotivamente consequenziale: inevitabile. “Le mappe nel tempo”, affermazione di un’isola che c’è, “le architetture urbane”, richiamo a un presente che non ha ancora una storia e “bocce di memorie future”, frammenti per luoghi possibili, percorso che inizia dalle sue tele e da queste diversa nelle sue “bocce” di vetro all’interno di uno spazio nuovo ,sono le firme dei tre momenti che identificano il suo percorso.
Le 10 opere esposte rappresentano perlopiù architetture urbane, raffigurazioni di città come metafora del luogo, o architetture naturali, come nei vulcani.
L’opera principale, Duomo di Milano, 200×200 tagliata in 64 tessere 25×25, poste una sull’altra dentro un parallelepipedo trasparente, rappresenta un’ideale “ricomposizione futura”. L’unica visione dell’opera sarà l’immagine virtuale accessibile insieme al video della performance tramite un codice Qr, protagonista della copertina del catalogo. Una litografia con tiratura 1/64, accompagnerà ogni tessera.
Nata a Messina nel 1969, dal 1994 la tensione artistica di Alessandra Lanese è rivolta alla fotografia con un senso del rispetto e del pudore in rapporto all’immagine da catturare. Tale visione la porta a esprimersi in numerosi autoritratti. A questo inizio segue la sua attenzione sulla “visione attraverso”: analisi dei rapporti che intercorrono tra visione e multimedialità, e al “divenire delle cose”.
Significative mostre di settore e pubblicazioni su riviste fotografiche e riconoscimenti , la portano a frequentare numerose gallerie d’arte di Milano dove conosce e stringe rapporti artistici con fotografi del calibro di Gianni Berengo Gardin che ne apprezza la grammatica e la poetica.
Negli spazi del Museo Ken Damy di Brescia partecipa alla mostra dal titolo “Autoritratti al femminile”. Nel ’96 si aggiudica il primo riconoscimento di “portfolio in piazza “a cura di Lanfranco Colombo che le consente di esporre in varie gallerie. In quest’occasione incontra Mario Cresci che la invita a rappresentare la sezione italiana del ’98 all’importante manifestazione “Rencontres d’Arles” (Francia). Nello stesso anno comincia a insegnare fotografia e nel 2000 accetta l’incarico di Direttrice Didattica dell’Accademia di Messina. Qui conosce Antonello Arena, con lui nasce un’intesa artistica e una successiva collaborazione che li vede impegnati nella mostra “Le pietre sono parole” del 2003, a cura di Lucio Cabutti in varie città e musei italiani. Dal 2006 il suo interesse si sposta verso gli scenari della pittura, ma non prima di aver partecipato alla Biennale Internazionale di fotografia a Brescia a cura di ken Damy. Alessandra Lanese ci parla oggi di un affermato interesse sulle “visioni” e sul “divenire”: luoghi che lasciano sempre meno spazio alla casualità.