Ieri a Roma è arrivata la collezione A/I 2011 – 2012 di Capplè: cappelli interamente realizzati a mano, in pregiati filati da Elisa Savi Ovadia. Solo per pochi giorni Capplè sarà ospite dello showroom C.U.C.I.N.A. (Via Gioacchino Belli 21) in un allestimento che unisce moda e design: cappelli limited edition accostati ad un’interessante selezione di mobili da cucina vintage dagli anni ’40 al ’70.
L’idea di Capplé nasce per caso dalla passione di Elisa Savi, ex stilista di moda attualmente costumista teatrale del marito Moni Ovadia. Da sempre interessata alla storia del costume e della moda, Elisa ha, nel corso degli anni, collezionato copricapi di tutto il mondo e di tutte le epoche. Qualche anno fa, non riuscendo a trovare cappelli di suo gusto, decide di farseli da sola, a crochet, con fogge che ricordino i cappelli di modisteria. I cappelli vengono subito notati e apprezzati dalle amiche e da alcune boutiques che li vogliono nelle proprie collezioni. L’ipotesi di un progetto messo a punto con Elena Masut, amica di sempre, è decisivo per dare inizio all’attività artigianale di produzione dei cappelli.
“Perché non ci inventiamo un lavoro che ci faccia anche divertire?” Ed eccoci a Capplé. Un giorno visitando il Museo del Cappello di Borsalino ad Alessandria, le due amiche leggono sul catalogo una frase che la mamma di Borsalino, signora Rosa Veglio, disse a lui, ragazzo forse un po’ fannullone: “Ti at devi bitet a fé el capplé, almen at sbrai cui è la testa, devi metterti a fare il cappellaio, almeno saprai che esiste la testa!”. Fantastico no? Fare cappelli per apprezzare il valore della testa. Oggi Capplé presenta una raffinatissima collezione di pezzi unici interamente fatti a mano in Italia realizzati in filati pregiati – cachemire, alpaca, merinos, mohair e adornati di bottoni, fibbie, tessuti vintage cercati uno ad uno nei mercatini dell’antiquariato e distribuita da boutiques esclusive o venduta in occasione di eventi speciali su invito. “Alla base della nostra scelta c’è l’intenzione di fare cappelli a crochet che riproducano le fogge dei cappelli di modisteria. Così svolgiamo una ricerca sulle forme storiche del cappello, con una predilezione per gli anni Venti e Trenta. L’idea è di fare a maglia qualche cosa che in genere a maglia non si fa ma che della maglia conserva la facilità e la praticità”.
Avete ancora pochi giorni a disposizione! Capplè e C.U.C.I.N.A vi aspettano!
Credit image: Alessandro Cantarini