Si sente nominare in questi giorni la parola meningite. Ma cosa è? Si tratta di un’infezione delle meningi, le membrane che circondano il cervello e il midollo spinale, ed è causata da vari microorganismi come virus, batteri e funghi. Si manifesta con febbre elevata, cefalea (mal di testa), episodi di vomito, fastidio agli occhi causato dalla luce e rigidità della nuca. Con l’aggravarsi dei sintomi si possono manifestare confusione mentale, sonnolenza, episodi convulsivi e perdita di coscienza. In alcuni casi l’andamento del quadro clinico può essere estremamente rapido e acuto, portando al decesso in poche ore. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’incidenza della meningite da meningococco è relativamente bassa: il numero complessivo di casi segnalati in Italia nel 2016 è stato 178, con un’incidenza in riduzione rispetto al 2015. Il più conosciuto metodo di prevenzione contro questa patologia è la vaccinazione. Va sottolineato, tuttavia, che solo alcune forme di meningite possono essere prevenute in questo modo: esistono vaccini diretti contro le forme di meningite da Neisseria meningitidis del gruppo A, B, C, W135 e Y (meningiti meningococciche). Quando si è a rischio? In assenza di protezione vaccinale, è a rischio di contagio chi, nei sette giorni precedenti il manifestarsi della malattia, sia stato a contatto stretto con una persona affetta da meningite meningococcica, ovvero chi:
- abbia condiviso l’abitazione o un ambiente di studio (la stessa classe) o di lavoro (la stessa stanza) o lo stesso mezzo di trasporto per viaggi di alcune ore;
- abbia dormito nella stessa casa o mangiato allo stesso tavolo del malato;
- abbia avuto contatti con la sua saliva (attraverso baci, stoviglie, spazzolini da denti, giocattoli) o abbia avuto contatti ravvicinati (per esempio in condizioni di sovraffollamento o in discoteca);
- sia stato direttamente esposto alle secrezioni respiratorie del paziente (per esempio durante manovre di intubazione o respirazione bocca a bocca).
Sempre bene essere informati!
Credit photo: Corriere della Sera