Ci sono cose che si tollerano e altre no. La violenza sugli animali è tra queste ultime. INTOLLERABILE. Oggi a Milano, indossando abiti aderenti in pelle vegana e truccate da scheletri, tre modelle, tra cui la musicista Kris Reichert, si sono presentate all’apertura della Settimana di Moda con dei manifesti recanti le scritte: “La pelle: un look fatale” e “Non indosserei pelle animale manco morta.”
“Per ogni giacca, abito, borsa o stivale in pelle, un animale sensibile deve sopportare una vita miserabile e una morte terrificante,” afferma il direttore dei programmi internazionali della PETA, Mimi Bekhechi. “La PETA invita gli stilisti, i responsabili degli acquisti e i clienti ad aderire alla rivoluzione della moda vegana e a rifiutare la pelle animale.” Sempre la PETA fa notare che più di un miliardo di mucche vengono uccise ogni anno per la loro pelle. Patiscono per l’affollamento estremo, vivono una vita di privazioni e sofferenza come la castrazione, la marchiatura, il taglio della coda e delle corna, mutilazioni effettuate senza alcun uso di antidolorifico. Nei mattatoi le loro gole sono tagliate e alcune di loro sono perfino scuoiate e smembrate mentre sono ancora coscienti. In Cina non è raro che i cani vengano uccisi a bastonate in modo che la loro pelle possa essere strappata e venduta in tutto il mondo. I materiali vegani qualitativamente superiori alla pelle animale disponibili in commercio oggi includono le microfibre, l’Ultrasuede e poliuretani riciclati, nonché materiali prodotti con foglie di ananas (Piñatex), funghi e scarti di uva da vino (Vegea).