Sette sezioni per gettare uno sguardo sull’arte greca contemporanea. Ellenico Plurale, al Complesso del Vittoriano dal 28 novembre 2012 all’11 gennaio 2013, porta in quella che i curatori e il prestatore delle opere, Sotiris Felios, hanno chiamato a più riprese “la città eterna”, una Grecia sconosciuta. Come ad ogni esposizione fuori casa, gli artisti ellenici si rivelano ancora più crudi di quanto non cerchino di essere nel loro linguaggio figurativo: lacerati, com’è inevitabile che sia, dal conflitto con un passato che da solo ha illuminato l’intera cultura occidentale, comunicano il presente nell’esasperante tentativo di non essere pedissequi epigoni dei loro troppo illustri predecessori. Il risultato può piacere o no; la via di mezzo non è contemplata. Dall’esplorazione del corpo, rivisitato troppo spesso “alla maniera di” (si vedano Frida Kahlo, Pablo Picasso, Alexander Deineka, Lucas Cranach), a quella della realtà, passando per la dimensione metafisica con qualche incursione nelle perversioni sessuali, aleggia con forza il desiderio di riscatto. Riscatto non solo da un linguaggio espressivo ma, sembra sotteso ad ogni opera, dalla società globale, dall’epoca della comunicazione di massa, da un governo che non opera per i propri cittadini. Se è vero che gli artisti godono di maggiore sensibilità, allora non hanno sbagliato quelli esposti qui a percepire come, già dagli anni ’80, la Grecia stesse delineando il proprio destino per il presente. Più che dipinti, veri e propri moniti; l’arte non ha mai aiutato, l’Italia ne è prova, una Nazione a risolvere i propri problemi gestionali: quello che può fare e, anche in questo caso fa, è agitare i fantasmi che tengono vivi i sentimenti di un popolo, buoni o cattivi che siano.
La rassegna, che nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è promossa dalla Fondazione “L’altra Arcadia” con la collaborazione dell’Ambasciata di Grecia in Italia ed è a cura di Giuliano Serafini.