Appunto, questa è un’altra storia…Un tempo c’erano grandi figure archetipali di riferimento. Il profumo e gli abiti della nonna,la sarta e le boutique di riferimento della propria madre, gli abiti da cerimonia scelti con cura mesi e mesi prima, cercando poi gli accessori giusti quasi si trattasse di una caccia al tesoro, senza accontentarsi mai della prima scelta, ma continuando a girare di boutique in boutique finché non si trovava esattamente quello che si voleva.
Adesso la globalizzazione selvaggia investe tutte le generazioni, le madri come le figlie: nessuno sembra avere più tempo per curare il proprio aspetto, eppure non è questione di tempo, ma questione di tecnica e stile. Sapere cosa mettersi nei grandi e piccoli momenti della vita,dalle occasioni speciali fino a quelle più comuni e quotidiane, è diventata un’impresa banale perché tutto sembra andare bene per qualsiasi occasione.
Ecco perché nessuno nota più nessuno, la sciatteria impera perché universalmente adottata da tutte e condivisa e quando entra in scena una donna elegante la noti subito perchè in lei riconosci le tue manchevolezze. Ma ella è anche uno stimolo a migliorarsi, perché non servono grandi mezzi per essere eleganti, anzi, è tutto un gioco di tagli, colori e proporzioni, nonché di conoscenza del proprio corpo per esaltare al meglio i pregi della propria silhouette, minimizzandone, laddove possibile, i difetti.
Molte donne sono disorientate dalla mise da adottare. Quale sarà quella giusta? Mancano, data la globalizzazione, di autentici modelli di riferimento cui ispirarsi. Non ci sono più dive e divine. Se anche le star si vestono seguendo i trend di stagione e quindi sono globalizzate anche loro, a chi ti ispiri? Un tempo le grandi celebrities facevano moda, non seguivano le mode.
Leggo di gente che scrive ai giornali perchè non sa che mettersi a un matrimonio (!) o a un party di compleanno. Assurdo. Una volta una donna sapeva sempre come fare.
Adesso superati i venti anni in cui la moda è pura sperimentazione e si è ancora alla ricerca del sé, quando si cresce e si diventa donne e professioniste qual è la mise giusta da adottare? Come dimostrare la propria crescita di donna anche attraverso gli abiti? È vero che c’è chi rimane eterna ragazzina perché non cresce dentro e ciò traspare anche dal di da fuori, ma molte sono vittime di una società che non accetta che la crescita e l’invecchiamento. D’un tratto ci si ritrova catapultate nel mondo del lavoro e poche riescono a uscire dai canoni classici di un tailleur perché è come una tenuta mimetica. Molte donne scelgono spesso il nero perché è elegante e perché con il nero ci si chiama, in un certo senso, fuori dai giochi, ci si sottrae al giudizio della gente, si cerca di passare inosservati. Lo so perchè l’ho fatto anch’io. Ma ho superato questa fase. Quindi eccomi qui, più colorata che mai!