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Ex Società Aeronautica Italiana “SAI” Ambrosini

La S.A.I fu fondata dall’ingegnere Angelo Ambrosini nell’anno 1922; costruì macchine che fecero la storia dell’aviazione italiana e presero parte alla prima e alla seconda guerra mondiale, e fornì strumenti di bordo, eliche metalliche e bulloneria per aerei. Nel corso della sua vita, la S.A.I fu inoltre la sede di una tra le più importanti scuole di pilotaggio per idrovolanti, e da qui ampliò il suo percorso aprendosi al settore delle costruzioni navali. Notevoli furono le innovative produzioni di assiemi e sottoassiemi per velivoli civili e militari, di  missilistica, di telecomunicazioni, sistemi radar, unità mobili campali e complessi sistemi integrati di supporto logistico. Ciò che permise alla S.A.I una simile crescita ed un tale successo fu la capacità di differenziarsi qualitativamente nell’ambito della lavorazione dell’alluminio, materiale indispensabile alla sicurezza costruttiva degli aerei. Quest’importante colosso, ha portato lavoro e benessere in un vasto territorio compreso tra le province di Perugia ed Arezzo.

 

L’ultima tappa di successo portò la S.A.I ad intraprendere anche il settore aerospaziale: fu costruttrice del primo aereo supersonico, del primo aereo guidato a distanza, e molto altro ancora. Vista la sua vicinanza con la ferrovia, la S.A.I divenne durante la seconda guerra mondiale, nel maggio 1944, oggetto di bombardamenti. Ai notevoli danni alla struttura, si aggiunse la morte di 40 persone. Di conseguenza lo stabilimento venne smantellato poichè soltanto il 15% dei macchinari risultava ancora utilizzabile, ed i rimborsi di guerra ricevuti con ritardo nel 1966 non furono sufficienti a risanare il disastroso bilancio.

 

Prima di cessare la sua attività, l’azienda attraversò un lungo periodo di crisi che la costrinse ad attuare una differenziazione industriale per quanto riguardava le produzioni: vennero fabbricati attrezzi agricoli,fisarmoniche, telai per motociclette e altri oggetti frutto della lavorazione della lega leggera. Nel 2003 è stato creato dall’azienda Tecnologie d’Avanguardia un marchio di orologi di precisione che ha utilizzato il marchio Sai Ambrosini e le tecnologie da esso sviluppate.

 

La sede di Passignano sul Trasimeno nonostante il tentativo di risalita, aveva risentito del declino inarrestabile che i danni di guerra avevano causato, e terminò la sua attività. Successivamente sono stati tentati dei riutilizzi dello stabilimento tramite la creazione di un ristorante e di un centro per anziani, ma anch’essi hanno abbandonato il luogo a causa della sospettata presenza di materiale in eternit.  Un altro tassello di storia si aggiunse al complesso della S.A.I, ormai diventata un luogo incustodito e deteriorato, che ben lontano dal suo iniziale scopo produttivo ridesta memoria in chi ha vissuto quegli anni,ed i processi socio-economici che essa ha portato con sé.  E’ come se la S.A.I conservasse una fetta di vita di tutti al suo interno, sia per coloro che vi rivedono proprie memorie, sia per chi invece curiosamente si addentra al suo interno e scopre momenti di singolare introspezione nei suoi scenari quasi inspiegabili.

 

Esplorando le vaste stanze della S.A.I ed i suoi settori così diversi e affascinanti, sembra che l’abbandono a se stesso abbia permesso l’autoscrittura di una nuova storia per questo suggestivo luogo, che ora parla attraverso soffitti crollanti che proiettano ombre intrecciate, giochi di luce e muri dai colori impropri.  Ci si trova di fronte a paesaggi architettonici in grado di mostrare tutt’altro che deterioramento e fatiscenza. Non si ha l’impressione di entrare in una zona morta,ma tutt’altro, in un luogo in incognita e fuori dal tempo, fuori persino dalla sua stessa storia ma in grado di portare in grembo tanti ricordi nascosti dietro oggetti dimenticati qua e là, cartelloni di avvisi per gli operai fatti con grafiche retrò, e tanto altro.

 

La S.A.I che per alcuni dall’esterno rimane uno magro spettacolo, vista sotto un’altra ottica è diventata una fabbrica di ricordi segretamente immagazzinati nei dettagli e nelle strane architetture che il tempo e la dimenticanza hanno pazientemente costruito, in un modo sorprendente quanto inspiegabile.