L’eleganza dell’equilibrio di Gian Paolo Guerra è difficile da spiegare. La sua è una quiete d’animo talmente rara da incontrare che provare a descriverlo e non sembrare banali nel farlo sembra complicato. Perbene. Formale. Buono. Senza dubbio sono questi i tre aggettivi che descrivono al meglio Gian Paolo, interior designer follemente innamorato “dei colori dei portoni di Parigi”. Originario di Benevento, ma pugliese d’adozione, è laureato in giurisprudenza. Le passioni di sempre quali design, decorazione d’interni, antiquariato, modernariato e brocantage lo hanno spinto a trasformarle in una vera e propria professione. L’impostazione perbene, da “signore”, da persona strutturata in grado di rispettare sempre il prossimo, gli permettono di navigare al meglio la vita. Importanti per lui i valori che gli hanno trasmesso i suoi genitori e che hanno fatto di lui una persona a cui riesce facile entrare nel cuore degli altri e metterci radici.
Nome: Gian Paolo | Cognome: Guerra | Dove sei nato? Benevento | Città in cui vivi? Sospeso tra Roma ed Ostuni | Cosa è la bellezza? Semplicità. Ho imparato negli anni che i miei lavori ricostruiscono atmosfere. Sono case curate, di buon gusto. Ho una sensibilità che filtra il bello. La semplicità è scevra di orpelli. Le cose semplici originano sensazioni di felicità. | La bellezza è relativa o assoluta? Assolutamente relativa. | La mania del tuo guardaroba? Sono disordinato. Ho amici che sembrano serial killer per quanto sono ordinati. Se proprio devo dire, mi piacciono le camicie appese, non piegate nei cassetti come molti fanno. | L’accessorio che ti caratterizza? Le scarpe. Secondo me l’eleganza di un uomo è data dalle scarpe ricercate che indossa. | Ti manca casa? Se intendi Benevento, no. Lì vive la mia famiglia e ritrovo il mio passato, le mie radici. Se intendi Roma, no, neanche lei mi manca. Vivo a Roma da più di 20 anni, venire nella capitale è stata una scelta di vita. Resta la città più bella del mondo, ma in lei percepisco staticità, immobilità. | Dove ti senti a casa? Un tempo mi sentivo a casa un po’ ovunque. Il concetto di casa adesso me lo trasmette Ostuni. 15 anni fa sono andato in vacanza in Puglia. Mentre mi recavo a Gallipoli, mi sono fermato ad Ostuni ed è stato per me amore a prima vista. | Perché ti piace la Puglia? A me piacciono le cose belle e la Puglia è bella in tutto. A livello paesaggistico e di gente è imbattibile. I pugliesi hanno trasformato il modo di vivere la campagna in qualcosa di chic. | La tua passione? Le ceramiche. Le comprerei tutte! | Il tuo obbiettivo? A livello professionale vorrei provare a fare alberghi. A livello personale vorrei invecchiare serenamente. |Il tuo motto? Less is more. Io sono sempre legato al concetto della misura. Conoscere e saper riconoscere il senso della misura è fondamentale.
Appassionato di cose belle, ridendo confessa che gli oggetti lo posseggono. Non è però un accumulatore seriale, per nulla. Gli oggetti li seleziona in base alla sensazione che trasmettono, per la felicità che solo le cose scelte con amore ed entusiasmo sanno regalare. La sua canzone preferita “Tiempo y silencio” della cantante capoverdiana Cesaria Evora invoca malinconicamente il “ ritornare ad iniziare, un desiderio di stelle, di grida e canti, di cieli e baci”. É tempo di silenzio, di cose semplici durante questi giorni forzati di #iorestoacasa. A compiacersi del semplice ci vuole un’anima grande dice Arturo Graf e l’anima di Gian Paolo, con tutto il bello che in lui c’è, è immensa.