Sono affascinato dalla strumentazione e dalla tecnologia in generale…Credo nell’idea di un corpo “prolungato”. Sappiamo così poco, percepiamo così tanto. Davide Balula
La galleria Gagosian di Roma presenta “Iron Level”, la mostra del giovane artista francese Davide Balula. Surreale, spiritoso e impegnato, il lavoro di Balula esamina l’interrelazione tra filosofia, fenomenologia e fisica. Particolare il progetto ideato per la galleria di Roma. L’artista ha, infatti, creato un percorso esperienzale direttamente collegato all’architettura dello spazio. All’ingresso, i visitatori, dal prossimo 21 settembre, saranno invitati ad attraversare un metal detector, strumento di indagine e controllo ormai onnipresente che tramuta gli oggetti personali in materiale sospetto e potenzialmente minaccioso. Il suo fine è rivelare il metallo e il materiale non-corporeo che portiamo con noi ogni giorno—chiavi, monete, cellulare—e che consideriamo abitualmente come un’estensione di noi stessi, fungendo quindi da portale che separa lo spazio idealizzato della galleria dal mondo esterno. Nella prima sala il visitatore è invitato a prendere in mano una sfera di acciaio. Il suo contenitore, scolpito da artigiani locali in pietra calcarea, rievoca la morbidezza e le curve della pelle e la resa anatomica dei Maestri scultori italiani. La sfera e il suo supporto esplorano l’equilibrio gravitazionale tra il corpo e la Terra, invitando a riflettere sul peso, la massa e la densità. Il percorso espositivo prosegue con il video Air Between Fingers (2014) girato con un iphone. L’opera ritrae il pollice e il dito medio dell’artista che si sfiorano lasciando un millimetro di spazio tra i polpastrelli, toccandosi occasionalmente come se la mente perdesse il controllo su uno spazio così ridotto, in un’affascinante rappresentazione di forza di gravità, attrito e magnetismo che agiscono sul corpo e al suo interno. La sala ovale ospita una nuova serie dei noti Burnt Paintings di Balula, realizzati appositamente per l’ampia curva della parete principale. Queste opere presentano due elementi binari: uno contiene il residuo di carbone che resta dal legno bruciato, e l’altro l’impronta su tela lasciata dallo stesso carbone. In gruppi di due, tre o quattro elementi per opera, questi “dipinti” vivono in una stretta relazione di positivo e negativo, come nella fotografia o nel processo di stampa. Il processo di creazione del carbone è lento e continuo con un graduale aumento e diminuzione della temperatura, in modo che il legno non diventi cenere ma possa essere bruciato ancora. I Burnt Paintings esaminano la ciclica, quasi alchemica, trasformazione di energia in natura, fenomeno fondamentale nel lavoro di Balula.