50 anni e sentirli, ma solo col naso. Eva Kant, al compiere del mezzo secolo di vita, ha finalmente la sua personale omonima fragranza, “Eva Kant”. Un profumo su misura che, con diabolica spregiudicatezza, diventa l’arma per il delitto definitivo: vibrare una coltellata al cuore del conformismo sensoriale, nello stile dell’eroina dei fumetti oltre che del Naso. Il profumo dedicato a questa icona postmoderna non poteva infatti che nascere dal genio di Angelo Orazio Pregoni, pensatore nasale e artista olfattivo, creatore di O’driù, marchio indipendente della profumeria artistica. Eva Kant è una donna che, negli scenari sociali degli anni ‘60, commette un delitto davvero audace: ‘uccidere’ il modello femminile culturalmente dominante in Italia e non solo. Fuorilegge ammaliante, bellissima malfattrice, intelligente ladra, scaltra e sicura di sé, fascinosa e indipendente, Eva diventa in breve tempo un personaggio con pari dignità e ruolo rispetto a Diabolik, delineando un modello di seduzione e di consapevolezza del tutto singolare e più che moderno, iconico a prescindere. Su esplicita richiesta di Diabolik e con la complicità di Mario Gomboli, direttore di Astorina e talento multiforme, Pregoni ha quindi armato la mano di Eva Kant con una fragranza unica, dal fascino spietato, che, come la creazione delle sorelle Giussani, sfugge a qualsiasi definizione o gabbia concettuale. Il sogno di una vita per Pregoni dunque si è così pienamente realizzato: diventare complice di Lady Kant, tanto da essere co-protagonista di un episodio speciale, “Fragranza Criminale”, ossia la misteriosa storia della nascita di questo profumo. La scena del crimine? Pitti Fragranze 11, a Firenze, dal 13 al 15 settembre prossimi, dove per la prima volta si potrà annusare l’originale fragranza “Eva Kant”. “È per me un orgoglio infinito aver creato questa fragranza.”, racconta Pregoni. “Oltre ad essere un lettore di Diabolik, reputo Eva Kant la donna più adatta ad indossare un profumo O’DRIÙ. Lei è fuori dagli schemi, supera il confine dell’emancipazione, trasformando le ossessioni in piaceri. E del piacere non ci si annoia mai”, termina Pregoni con la soddisfazione di chi sa di aver perseguito il suo intento delittuoso.