Mi affascinano le persone che osano. Mi piacciono quindi Italo Marseglia e Rossano Giuppa. Perché? Sono persone vere che sanno sognare, mettersi in gioco e assumersi le proprie responsabilità. Sono anni che conosco Rossano e sono anni che lo vedo imperterrito e testardo camminare sulla sua strada di cui non sempre condivido i compagni di viaggio (e lui lo sa). Stavolta, finalmente, tutto era giusto. Magicamente in equilibrio. Ad iniziare da Bianca Nappi, Italo Marseglia, Vincenzo Iantorno, Giuseppe Leanza e le modelle.
In passerella non una piece teatrale, né un trattato di psichiatria, o un concerto, né tantomeno una sfilata, ma un esasperato atto d’amore per il teatro, per la musica e per il costume. AltaRoma ha visto giusto dando loro fiducia (bravi) e cercando di uscire dalle classiche sfilate che spesso si organizzano con un evento “atipico”.
Sul palco si racconta la storia di una donna innamorata che, abbandonata dal suo uomo, precipita in un baratro di follia. Anna Cappelli è ultima opera di Annibale Ruccello, talento scomparso prematuramente a soli trenta anni nel 1986, drammaturgo con la passione per le figure femminili estreme. E’ la storia di Anna, dattilografa per necessità, trasferitasi in un piccolo centro e costretta a vivere in uno stanzino. Detesta tutti e tutto. Il sogno della sua vita sembra realizzarsi nell’amore per il ragioniere Tonino Scarpa, proprietario di una casa con ben dodici stanze, con il quale Anna andrà a convivere. Finalmente tutto è suo, Tonino, la casa, che importa se la discriminano, lei è una donna emancipata che non crede alle convenzioni borghesi. L’abbandono improvviso da parte di Tonino apre il baratro nella mente di Anna, innescando una voragine senza ritorno di lucida follia. Lavorando sul testo di Annibale Ruccello le vicissitudini di Anna vanno in scena tra immersioni nel testo e brani dei Baustelle, il gruppo che oggi avrebbe amato per le assonanze e le affinità che i testi hanno con il vissuto della protagonista. Accanto ad Anna ci sono i suoi fantasmi e i suoi perché in un sconfinato alternarsi di stati d’animo imbrigliati in camicie di forza che identificano i legami da annodare e da sciogliere. Seguendo le iperboliche elucubrazioni di Anna, muovendosi tra la dimensione del razionale e dell’irrazionale, lo stilista Italo Marseglia ha voluto ingabbiare i personaggi in candide camicie bianche.
Cercando di seguire le psicosi di Anna, il designer gioca con la contaminazione di un perverso scenario sadomaso che imbriglia le figure in scena al di sopra delle immacolate camicie con imbracature fatte di nastri di gros-grain a contrasto che simboleggiano, altresì, il legame indissolubile tra i protagonisti della vicenda.
Di una cosa sono certa. Ho assistito ad una cosa bella e ben fatta che, pur non essendo il genere di spettacolo che io andrei a vedere, mi ha offerto uno spunto di riflessione sui legami che tutti cerchiamo e che tutti, in fin dei conti, temiamo. Alla fine, come per tutte le cose, ci vuole coraggio. Prendete Rossano & Italo, per esempio, che si sono buttati in questa incredibile avventura o pensate semplicemente a me che il 29 sera ho dovuto assegnare i posti a tutta la gente che è venuta ad assistere allo spettacolo…
Tnx to: Pietro Piacenti (foto) e Gianluigi (special friend)