O’DRIU’, la maison de parfum rivelazione di quest’anno, è apparsa “alchemicamente” con una collezione in serie limitata alla scorsa edizione di Pitti Uomo ed ora, a soli pochi mesi di distanza, a Pitti Fragranze con due nuovi “manufatti ” destinati ad essere i primi della genesi olfattiva: LADAMO e LEVA. Un nuovo punto di vista per perdere definitivamente l’orientamento e la ragione, per abbandonare il “cliché dei sentori superflui” abbracciando la propria essenza ancestrale. Sia nel LADAMO che nel LEVA emergono l’astrazione dell’uomo e della donna e la reciproca attrazione.
Adamo, forgiato dalla terra, dall’acqua e dal fuoco. Il primo respiro dell’uomo che genera il primo alito umano, essenza di tutte le cose chiamate a voce alta: nominare la vita. Adamo: il sudore, la sofferenza e il ricordo dell’eden. L’uomo che strugge, la coscienza del peccato e l’esperienza del sacro. La lotta con il divino e la custodia della vita. Eva, carne della carne di Adamo. Il primo sguardo narciso e l’innamoramento fuori di Sé riconoscendo il proprio Sé. Eva, semplice se-duzione, l’unica emozione per escogitare la vita. Eva: la terra, l’acqua e il fuoco come nutrimento, il dolore per la fertilità. La sfida al divino nella fecondità e il futuro come speranza. Adamo ed Eva: l’autodeterminazione, il coraggio della disobbedienza per imparare a scegliere.
Angelo Orazio Pregoni, nella sua ricerca si è affacciato alla vita “di nuovo”, per ricrearla dal principio. Un uomo che ben si identifica con il folle dei tarocchi che, con il suo fagotto di poliedriche esperienze, ha abitato il mondo e ne ha sintetizzato l’essenza: eclettico filosofo del piacere, antropologo e ballerino di tango, designer e poeta, chef de cuisine e artista; Pregoni ha attraversato i secoli per coglierne il frutto proibito. I profumi di O’DRIU’ approfondiscono lo iato fra arte e costume sociale, pensiero e vita morale, attraversano ogni forma di esaltazione e di ossessione con contenuti olfattivi talmente sensibili da potersi definire metafisici.
Angelo Orazio Pregoni sostiene di essere mosso da un sentimento poetico contro la mediocre volgarità del cliché e degli stereotipi. Ogni sua creazione è pura filosofia, confinando con malinconiche visioni e suggestive nevrosi, elevando il senso dell’olfatto ai codici dell’arte e della contemplazione. LADAMO e LEVA sembrano riassumere come non mai tutti i peccati del mondo, tra rumorose cascate d’oro, false promesse e mistici intrecci di libertà musicali…
A Pitti Fragranze qualcuno ha suggerito: “Se prima avevo osservato un gelsomino, ora ne ho visto il colore!”