“L’imprevedibilità, l’incertezza abbinata alla velocità, queste due cose in matematica messe insieme si chiama caos. Noi italiani a gestire il caos… non ci batte nessuno“. Lo sento dire da Andrea Pontremoli, Ad e Direttore Generale Dallara, in un estratto di un video inviatomi da una persona che amo letteralmente e questa cosa, beh, mentre l’ascolto con attenzione, mi fa pensare.
Il caos sembrerebbe essere la situazione naturale in cui noi italiani, da sempre, ci muoviamo. Come dare torto a questa affermazione? Viviamo costantemente in un flipper di azioni/emozioni: oggi qui, dopo lì, ora questo, dopo quello e poi chissà… Siamo così veloci che non troviamo il tempo di fermarci e di pensare. E se accade, ci innervosiamo.
Eppure la velocità a cui eravamo così apparentemente abituati ha ceduto il passo all’immobilità e di conseguenza alla paura delle azioni. Ci siamo disabituati ad osare e a pensare a nuove e future soluzioni durante questi giorni di Coronavirus e di #iorestoacasa forzati.
La staticità delle giornate, la loro noiosa e lenta routine ha bloccato le nostre azioni. Noi che andavamo troppo veloci, ora siamo paralizzati dall’immobilità. E questo “caos calmo improvviso” genera domande che necessitano di risposte. Noi pretendiamo risposte. E dopo? Cosa accadrà dopo quando tutto lentamente ripartirà?
Quando D. mi parla, penso a tutti gli imprenditori che come lui devono correre veloci e non possono fermarsi a prendere fiato perché hanno la responsabilità di persone e famiglie che lavorano con e per loro. Ha ragione Winston Churchill nel dire che “il prezzo della grandezza è la responsabilità”.
D. e tutti gli altri come lui devono sapere che ai tempi del Coronavirus non ha valore la frase di Mario Andretti, uno dei più famosi piloti al mondo: “Ricordati che se tutto è sotto controllo, stai andando troppo piano“.
Se tutto è sotto controllo Caro D. è perché sei bravo. Al futuro ci penserai domani, il presente è quello che devi proteggere adesso.