Dopo il successo mondiale ottenuto grazie alla saga di “Iron Man” e degli Avengers, Robert Downey Junior sarebbe caduto in depressione perché sa bene che ormai alla soglia dei 54 anni non potrà più interpretare il ruolo di un macho super eroe.
Circondato sul set da star come Chris Evans, più giovane di lui di quasi vent’anni, l’età, nonostante lo yoga, arti marziali e una dieta equilibrata, inizia a farsi sentire e le estenuanti sessioni per pompare i muscoli non danno più i risultati di un tempo. Potrebbe ricorrere alla chirurgia estetica ma si è detto contrario perché snaturerebbe i suoi lineamenti e lo farebbe apparire ancora più vecchio agli occhi dei suoi fan.
Circondato dall’amore dei due figli avuti dalla moglie, la produttrice Susan Levin, starebbe valutando proprio con lei ogni opzione possibile, dato che dispongono di una propria casa di produzione che ha realizzato “The Judge”, film acclamato dalla critica con Downey Jr come protagonista. Secondo FoxLife, alla Marvel sono stati diplomatici, ma perentori: ormai l’attore non ha più l’età per recitare in un action movie. Capitolo chiuso.
Downey Jr starebbe così cominciando a pensare a un suo grande ritorno al cinema indie e d’autore con cui aveva esordito interpretando Charlie Chaplin in un biopic che gli valse appena 26enne una nomination agli Oscar.
E sarebbe davvero clamoroso perché negli ultimi anni per difendere i film blockbuster ha gettato fango proprio sui film indipendenti. Eppure, dopo essere finito in carcere, la sua carriera era finita e non sarebbe mai finito a girare i colossal Marvel se negli anni ’90 il cinema indie non gli avesse regalato nuova fama, tra l’altro di attore di grande spessore e talento.
Diventato ricchissimo e famoso grazie alla Marvel, durante un’intervista rilasciata al programma “Entertainment Weekly Radio” dichiarò di non avere alcuna intenzione di condividere il proprio talento con produzioni low budget, in quanto i film indie sono “estenuanti e a volte fanno schifo”.
“A volte sono proprio i piccoli film quelli che ti prosciugano, perché sono tipo “Hey amico, siamo indietro di un paio di giorni, ti dispiace rimanere a lavorare per il tuo compleanno e il 4 luglio? E poi, puoi pagare tu il servizio di catering? E ancora, quando saremo al Sundance, possiamo lasciarti su una sedia a parlare e parlare con giornalisti sfigati così puoi vendere il film per 6 giorni così poi possiamo guadagnare 180 dollari il giorno in cui uscirà in un cinema? Dio, quello che stiamo facendo è così potente!”.
Insomma, decisamente parole strafottenti e arroganti, oltre che ingrate perché quando i grandi Studios gli voltarono le spalle negli anni ’90, a salvare la sua carriera fu proprio il cinema indipendente di autori geniali come Robert Altman, Mike Figgis e Neil Jordan. Ma evidentemente, appena si è trasformato in “Iron Man”, l’attore si è fatto accecare dal successo e dai milioni guadagnati grazie ai blockbuster Marvel a cui ora deve dire addio.
Ora che i grandi Studios ancora una volta gli stanno voltando le spalle, questa volta non per la droga e il carcere ma per l’età, la comunità indie non lo riaccoglierà mai perché si è fatto la reputazione di attore commerciale. Per questo motivo la sua sola opzione è la casa di produzione messa in piedi con la moglie. Cosa che lo deprime moltissimo, tanto che l’attesa dell’uscita di “Avengers Endgame” è per lui un motivo di profonda tristezza, a differenza degli altri giovani membri del cast ch non vedono l’ora di festeggiare l’ennesimo grande successo mondiale.
fonte FareFilm