Mi reputo fortunata. Ieri in Piazza della Repubblica a Roma ho assistito alla prima di The Judge il film diretto da David Dobkin che vede protagonisti Robert Downey Jr (“Tropic Thunder”, i film “Sherlock Holmes”, la serie “Iron Man”), il premio Oscar Robert Duvall (“Tender Mercies – Un Tenero Ringraziamento”, “Crazy Heart”) e la candidata all’Oscar Vera Farmiga (“Tra le Nuvole”, “L’Evocazione – The Conjuring”).
Hank Palmer è un affermato avvocato difensore di criminali. Quando torna nella piccola città d’origine per i funerali della madre, ad attenderlo trova il padre Joseph, stimato e onesto giudice, e i suoi due fratelli. Il rapporto con il padre è freddo e conflittuale, ma quando l’uomo viene accusato di omicidio, Hank decide di restare e aiutarlo difendendolo in tribunale. Il criminine di cui è accusato riguarda un omicida che lui stesso aveva condannato vent’anni prima. Il giudice non ricorda nulla e Hank è l’unico che crede nella sua innocenza.
Io devo molto a questo film. Innanzitutto la felicità di mia sorella che ha potuto vedere dal vivo l’attore che “venera” da quando aveva 15 anni: “il più bel regalo di Natale della mia vita” e questo grazie al mio amico Andrea A. che ringrazierò a vita. E poi devo anche al film, l’avermi ricordato 1) lo strano rapporto con mio padre che difficilmente aveva parole di lode nei confronti di noi figli e 2) quei momenti della malattia in cui ti rendi conto che veder soffrire un genitore è la cosa peggiore che può capitare ad un figlio. Un film drammatico che invita a riflettere, almeno per me, sulle aspettative e sulle parole non dette di un genitore e a perdonare: Per esperienza Hank, a volte devi perdonare per essere perdonato. E ripeto questa frase tra me e me mentre ascolto una della canzoni del film che più amo: Walkabout di Augustines.